Talea di rosa all’Aloe – la rosa “Wilma”

(Laura Caratti)
Ci sono innumerevoli tutorial sulle tecniche vincenti per propagare rose attraverso il taleaggio. Ne ho provate molte, spesso ho avuto successo, altre volte invece ho fatto cilecca. Mi sono fatta persuasa che dipenda soprattutto dal periodo, dal tipo di rosa, dal tempo e dalle cure che si possono dedicare alle nuove talee (il pollice verde c’entra poco… a dire il vero non ci ho mai creduto).

Comunque succede che una cara amica (Wilma) mi chiede consiglio perché vuole far talea di una rosa speciale: è la rosa di sua nonna, un ibrido di tè insostituibile, ineguagliabile, importantissimo per lei. Ma ahimè la pianta è vecchia e malata, si fa fatica a trovare qualche rametto vivace che possa essere adatto a una talea. Mi dico che questa volta non posso fallire e metto in atto tutte le mie armi e pure gli effetti speciali!

Partiamo da periodo in cui prelevare i rametti, tradizionalmente il giorno consigliato è il 23 agosto “santa Rosa”, ma la mia amica Wilma ed io ci dedichiamo all’impresa all’inizio di ottobre. Ho notato che per me il periodo fortunato va da settembre a dicembre, ma qualche volta persino gennaio mi ha riservato sorprese (vedi qui).

Dimensioni. I rametti che utilizzo sono lunghi circa 15-20 cm, non sono lignificati, sono sani e hanno un diametro di circa 5 mm.
La porzione più importante è quella che verrà interrata: con una lama affilata eseguo un taglio obliquo in prossimità di un nodo, in questo modo si aumenta la superficie dedicata all’assorbimento dell’acqua e si stimola l’emissione delle radici in prossimità del nodo.


Immaginavo che mi sarei dimenticata di questa talea perché so di essere una giardiniera distratta ma, come ho scritto prima, in questo caso non potevo fallire. Perciò ho preso tutte le precauzioni per garantire all’impianto una buona autonomia:  bottiglia di plastica per ottenere l’effetto serra, terriccio adeguato e, per la prima volta, ho sperimentato il metodo dell’aloe per mantenere idratato il rametto.


Preferisco raccontare con le immagini, per voi sarà molto più semplice seguire la storia che mi piacerebbe concludere con la nuova pianta della rosa “Wilma” in fiore.
Ma per questo è ancora presto, forse in una prossima puntata, incrocio le dita… con le talee va così.

 

3 pensieri su “Talea di rosa all’Aloe – la rosa “Wilma”

  1. Le talee per me sono un argomento abbastanza misterioso e senza regole ; anche a me , come dici tu Laura , sono attecchite nei mesi più strani e sono seccate quando le avevo preparate da manuale .
    Avevo sentito parlare dell’utilizzo della patata e me ne ero fatta una ragione , pensando che la polpa mantenesse un’umidità costante , ma non avevo mai provato a sperimentare .
    Ora vedo questo tuo ottimo successo , radici molto numerose ed ottimo getto con foglie , ottenuto tramite l’aloe ; mi è venuta in mente una cosa , che sarà anche sciocca , ma non potrebbe darsi che il succo d’aloe , che ha proprietà cicatrizzanti e disinfettanti , abbia evitato alla talea una eventuale infezione fungina ?
    Brava , ottimo risultato !!!

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    • Daniela sai che hai ragione? Penso anch’io che le proprietà cicatrizzanti e disinfettanti dell’aloe abbiano tenuto a freno le infezioni fungine.
      Con la patata ci ho provato, ma non ho avuto i risultati decantati, ribadisco comunque che ultimamente sono una giardiniera intermittente e incostante, soprattutto quando si tratta di propagare piante.
      Inizialmente era una delle mie priorità, adesso cerco soprattutto di mantenere sane e belle quelle che ho già, anche perché molto spesso sono legate ad affetti e ricordi.. e qui ricomincia la storia 🙂

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  2. Grazie Laura le mie rose in giardino sono un disastro e quest’anno vorrei dedicarmi di più alla loro cura e riproduzione. Negata per il verde (probabilmente perchè ho inconsciamente alzato delle barriere tra me e Loro) come ben sai, ho rivisto tutto il mio “comportamento” verso il giardino, dopo che è spuntata una piantina di glicine da un seme che avevo piantato per caso.
    Evvai con l’aloe!!

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